La memoria diventa arte
AREA907 è il Museo d'Impresa di Buzzi, inaugurato il 21 settembre 2024, concepito per raccontare i macchinari storici e al contempo valorizzare il capitale umano, sia mediante l’arte, sia con il coinvolgimento attivo dei propri collaboratori.
AREA907 è situato all’interno della Cementeria di Trino (Vercelli, Italia). L’esposizione recupera e valorizza i processi industriali storici della prima fabbrica di Buzzi, fondata – come l’azienda – nel 1907. Grazie alla conformazione del perimetro di fabbrica oggetto dell’intervento e alla completezza del parco macchinari storici ancora presenti in cementeria, è stato possibile creare un vero e proprio circuito museale perfettamente integrato con l’attuale operatività dell’impianto.
La Cementeria di Trino ha prodotto cemento naturale con forni verticali fino alla fine della Seconda guerra mondiale. Tra il 1950 e il 1960 è stata oggetto di una prima riconversione che ha trasformato il complesso in un moderno impianto di produzione di cemento Portland artificiale. Tra il 1968 e il 1976 avviene una seconda trasformazione: la cementeria è riconvertita per lavorazioni collaterali e complementari a quella del cemento; vengono introdotte due linee di cottura per la produzione di argilla espansa, impiegata come aggregato per il calcestruzzo leggero strutturale. Oggi, come centro di macinazione, impiega 55 dipendenti e rappresenta un asset per la produzione di cemento, leganti e premiscelati. La fabbrica di Trino è anche da sempre un punto di riferimento per la comunità locale, per la sua attività industriale e per la promozione di iniziative a favore della cittadinanza.
Il percorso educativo, storico ed artistico all’interno dello stabilimento
In Europa esistono sia musei che raccontano la storia del cemento attraverso “reperti”, sia ex siti industriali non più attivi ma ancora visitabili: in entrambi i casi, tuttavia, l’esperienza offerta al visitatore è più simile a quella proposta da un centro di documentazione o da un sito archeologico. Valorizzare le macchine nel loro habitat industriale tuttora in esercizio, come nel progetto AREA907, consente invece di raccontare lo sviluppo tecnologico e il processo di produzione del cemento nel loro ambiente naturale: un’esperienza materiale immersiva, per un prodotto culturale unico nel panorama dei musei privati d’impresa, che diventa così un punto di riferimento significativo per il turismo industriale, il territorio e anche per l’educazione.
I visitatori vengono accolti in fabbrica, vengono dotati di dispositivi di protezione individuale (casco e gilet ad elevata visibilità) e – accompagnati dalla loro guida – iniziano il percorso di visita all’interno dell’area industriale.
Sono stati recuperati e resi visitabili in tutta sicurezza i due forni da cemento, i due forni da argilla espansa, l’essicatore della pozzolana, l’intero reparto dei cinque mulini storici del cotto, e alcuni prototipi e macchinari minori.
Accanto al percorso all’interno dello stabilimento reso fruibile al visitatore, sono presenti due spazi espositivi. Il primo, attraverso immagini e contenuti dell’Archivio aziendale, introduce la storia e la memoria dell’Azienda, fungendo da punto di partenza per conoscere nel dettaglio l’impianto e accogliere un futuro laboratorio didattico. Il secondo è la sala meeting del museo, è intitolata al Cavaliere del Lavoro ing. Sandro Buzzi ed è stata realizzata in cristallo al di sotto del palco forni cemento con i due Polysius Lepol Pa.Vo. (1955) e Fo.Co. (1959), acronimi di “Pazienza e Volontà” e “Forza e Coraggio”. Ospita, in esposizione permanente, una parte delle opere realizzate appositamente per AREA907 dall’artista Giuseppe Stampone (Cluses, 1974), con il quale Buzzi ha sviluppato per questo progetto una importante collaborazione: l’Abbecedario e la Mappa neodimensionale. In base alla metodologia partecipativa sviluppata dall’artista dai primi anni Duemila – definita Global Education – Stampone ha raccolto stimoli e suggestioni dai dipendenti, traducendoli in un abbecedario di identità collettiva. L’abbecedario è costituito da 21 lettere realizzate a penna Bic su carta, ciascuna associata a un disegno e a una parola, e intende rappresentare i valori su cui Buzzi si fonda, che hanno scritto il passato e ancora oggi scrivono la storia del complesso industriale di Trino e dell’Azienda. Gli abbecedari di Stampone si propongono come strumenti per una nuova alfabetizzazione, in cui parole e immagini si incontrano in accoppiamenti inconsueti, creando cortocircuiti capaci di rileggere la realtà in maniera inedita.
La collaborazione di Buzzi con l’artista Giuseppe Stampone
“Penso che il mio contributo sia una possibilità per valorizzare un contenuto che esiste, fornendolo di una grammatica, un linguaggio; attraverso una visione artistica – afferma Giuseppe Stampone – l’arte può dare un punto di vista diverso ai contenuti storici e industriali esistenti, può raccontare la storia e allo stesso tempo far nascere stimoli nuovi”.
Insieme all’abbecedario, Stampone ha prodotto una mappa assonometrica neodimensionale, la quale, questa volta attraverso specifici tag, traccia la costellazione di parole e lettere alla base della storia e dei principi fondativi di Buzzi.
Nella storica sala comandi dell’impianto è collocata l’installazione Europa costituita da disegno a penna Bic su carta, foglia oro, 6 tavole in cemento e un sonoro.
Infine, l’abbecedario è declinato anche in 21 moduli retroriflettenti che sono disposti in specifici luoghi dello stabilimento di Trino, a costituire una sorta di segnaletica artistica per il visitatore, uno speciale fil rouge blu (colore caratteristico sia del lavoro dell’artista sia di Buzzi).
Per informazioni su AREA907 vi invitiamo a scrivere una mail a area907@buzzi.com.